giovedì 13 dicembre 2007

Partito Camionista Combattente

Ho letto due post interessanti sull'argomento sciopero dei TIR, uno di Mario e l'altro di GuerrillaRadio.
Sono d'accordo con il primo riguardo all’analisi del meccanismo di mercato che tira i prezzi al ribasso e tende a stritolare i cosiddetti padroncini, che quindi avrebbero ragione a rivendicare condizioni più vantaggiose di lavoro.
Figuriamoci se non siamo sensibili alle rivendicazioni dei lavoratori e qui si tratta di lavoro duro e in molti casi massacrante.

Vi sono alcuni aspetti di questa protesta, come di quella dei tassisti, che non mi convincono, però. Premesso che coloro che hanno fatto i blocchi stradali non sono tutti i padroncini ma solo circa la metà, a qualcuno pare strano che, dovendosi far rappresentare a livello politico, essi scelgano la destra che propugna in teoria proprio il liberismo che produce le spietate leggi del mercato oggetto del contendere.

Il leader della protesta dei camionisti rivoluzionari si chiama Uggé, è un sindacalista degli autotrasportatori in perenne stato di lotta in modalità “incubo” di Doom, tranne quando governa Berlusconi.
Per cinque lunghi anni, il bellicoso Uggè, di FI, nominato sottosegretario ai trasporti da Silvio, se n'è stato buono buono a cuccia senza tagliare le gomme a chicche e sia.
Mi si dirà, non vorrai mica fare le bucce ad un sindacalista perché è di destra, con una sinistra che ha piazzato due ex-sindacalisti a presiedere il Parlamento? Non ho niente contro un sindacalista di destra.
Però in questo caso temo che il sindacalista stia facendo gli interessi del padrone più che del padroncino.

C’è un grosso equivoco attorno alla destra governativa italiana, che è liberista in senso economico solo a parole e americana solo quando fa comodo. Basti dire che è comandata da un ultramonopolista che in America non sarebbe mai diventato quel che è diventato senza doversi piegare alle leggi dell’anti-trust.
Questa destra, che dice di volere il mercato, il mercato, il mercato, si esalta a difendere delle lobbies, delle consorterie, delle associazioni di bottegai, insomma è legata tuttora a qualcosa che assomiglia moltissimo al vecchio corporativismo fascista. In questo contesto, le categorie che difendono piccoli privilegi di casta piccoloborghese si sentono a proprio agio con la destra. La sinistra è abituata ai grandi numeri delle grandi fabbriche, ai milioni di metalmeccanici, è un altro mondo che non intriga nè il tassista nè il camionista. Per questo è inevitabile che lasciamo i camionisti alla destra.

La destra aborrisce gli scioperi, tranne quelli che portano un tornaconto a determinati poteri, non pestano i piedi ai grandi poteri e magari danneggiano un eventuale governo di sinistra.
Tutti gli ultimi scioperi di categoria, che hanno visto la destra in prima fila a loro difesa, in fondo erano lotte corporativiste contro la concorrenza e soprattutto, contro il governo che, paradossalmente, era quello che stava difendendo il libero mercato. Quando vedrò i sindacalisti di FI appoggiare le rivendicazioni dei metalmeccanici e dei precari sarò pronta a ricredermi su questo punto.

Vorrei sottolineare un’altra cosa poi, e qui mi riallaccio al post di GuerrillaRadio, che riesuma un evento storico che per la verità era ritornato in mente anche a me e a tanti altri nei giorni scorsi: lo sciopero degli autotrasportatori in Cile del 1972 durante il governo Allende. In quel caso lo sciopero fu manovrato, lo dimostrano documenti desecretati della CIA, da coloro che stavano organizzando il golpe contro il governo di Unidad Popular, attraverso generose sovvenzioni di denaro alle categorie in sciopero.
Per fare un altro esempio, dire che gli scioperi di Solidarnosc in Polonia furono qualcosa di spontaneo è per gli ingenui. Senza le generose donazioni provenienti dagli zii d’America e dal Vaticano la storia sarebbe andata diversamente.

Questo per dire che non sempre i sindacalisti organizzano uno sciopero per il bene dei lavoratori ma possono farlo per altri motivi, inclusi quelli loschi. Uno sciopero può diventare quindi una forma di ricatto, di pressione, una prova di forza o semplicemente un avvertimento, finanche un atto eversivo. E’ una cosa che non possiamo far finta di non vedere.
Nei già citati Stati Uniti il sindacato dei camionisti è sempre stato uno dei più potenti ma, proprio per la sua importanza strategica (un blocco stradale può mettere in ginocchio un paese), è sempre stato oggetto di pesanti infiltrazioni mafiose. Basti pensare alla figura di Jimmy Hoffa, pedina della mafia a capo del sindacato e poi fatto sparire dalla stessa per motivi ancora oggi misteriosi.

Infiltrazioni, strane sovvenzioni, scioperi usati come arma impropria contro governi non graditi, è già successo in passato e perché non potrebbe succedere ancora? History repeating.
Speriamo, come ho detto in un commento da Cloro, che l’analogia con il Cile sia solo un’illusione ottica dovuta a pura paranoia e che la protesta dei camionisti combattenti sia qualcosa di giusto, assolutamente slegato da ogni speculazione politica da parte di chi non ha rinunciato alla famosa spallata.

20 commenti:

  1. Anonimo21:05

    Concordo sul fatto che la veemenza dello sciopero sembra essere un po' eccessiva per non avere qualcune connotazione politica; le zone di scambio voti esistono, dopotutto.

    Berlusconi ha commentato quasi subito lo sciopero dei camionisti: "questo governo ha dimostrato di non essere capace ..., ecc.".

    Per quanto riguarda la concorrenza straniera e` logico che i camionisti abbiano ragione, il costo della vita non e` mica uguale in tutta l'Europa, quindi entro certi limiti puo` effettivamente sussistere una specie di piccola concorrenza sleale.

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  2. Anonimo21:25

    Già, speriamo

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  3. Anonimo21:46

    Finalmente leggo qualcosa che comunica idee e argomenti politici in modo chiaro (e condivisibile, almeno in questo caso). Apprezzo molto forma e pensiero.
    P.S. Non avevo notato il banner sulle droghe (o meglio "sulla vita"..) aggiornerò subito il post con le adesioni. Buone cose. f.

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  4. Hai ragione ad avere dei dubbi; tuttavia l'impatto emotivo delle motivazioni di questo sciopero , e le reali problematiche, credo che avranno la meglio...Nel bene e nel male...
    Magari nn capisco i molti che nn capiscono, sbattendosene, tutto sto casino...Italiani egoisti, nn c''e che dire...

    SI

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  5. toccherà ritirà fuori le p38 dai nascondigli?? scherzo ovviamente, ma questo sciopero, per quanto come hai giustamente fatto notare, poteva essere anche giusto, è stato troppo forte per non avere qualcuno dietro..

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  6. Anonimo01:46

    DIVIDE ET IMPERA,no sò cossa xe vol dire,ma me pare che se apicichi ben anca al descorso dele corporasion.
    Servo vostro PANTALON.

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  7. La questione centrale, oltre all'analisi sul lavoro di quelle persone, è che la sinistra rinuncia ad andare a fare politica con quei settori.Perchè?

    la realtà e che poi, quella gente, è sola sia in quest'ultima occasione che durante lo sciopero delle bisarche in Fiat. Questo durò un mese ed allora Uggè era sottosegretario del governo Berlusconi. Minacciò l'intervento dell'esercito. dove eravamo, anime candide, all'epoca?

    Io credo che dobbiamo lavorare in quella direzione, rivendicando la lotta radicale e le sue espressioni come forma di avanzamento di rivendicazioni giuste.Cosa hanno fatto i metalmeccanici della Thyssen qualche mese fa a Torino? E le lotte degli operai Fiat in Basilicata con i blocchi stradali?
    Cosa vogliamo che sia la destra ad andare a spiegare a quella gente con chi conviene stare e per quale motivo?

    Il punto è che siamo disarmati perchè di fronte a quello che accade siamo troppo occupati a cercarci l'amico che ci aiuti a trovare lavoro.La solidarietà ha lasciato spazio al menefreghismo e fare analisi e militanza politica ( a meno che non sia qualche concerto) è lavoro duro e faticoso.Preferiamo comunicare con internet tra sacrestani e dimentichiamo che la vita è fuori.

    Io non credo alla storia del Cile perchè Prodi SEMPLICEMENTE non è Allende e non occupa la Moneda.Non sono quelle le condizioni storiche.

    Scusa la "veemenza" ma se non blocchi la città le soluzioni (pur parziali) non le trovi. E qui a Torino (città operaia) lo sanno bene alla Bertone e nelle decine di fabbriche che stanno per sbattere a calci nel culo la gente sulla strada.

    Un saluto
    Mario

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  8. Anonimo08:30

    Vorrei capire come mai quasi nessuno si scandalizza invece sui metodi di intimidazione mafiosi utilizzati in maniera pianificata e programmata in tutta Italia per impedire a tutti gli altri camionisti, che non avevano nessuna intenzione di aderire allo sciopero, di lavorare.

    Qui si parla di una organizzazione a delinquere di tipo eversivo/mafioso. C'erano in giro vere e proprie squadriglie naziste che giravano per le strade con 1 o 2 macchine e fermavano/picchiavano qualunque autista di un mezzo ancora in circolazione.
    In Sicilia è stato arrestato per aver tagliato delle gomme e per aggressioni il capo di una di queste organizzazioni sindacali.
    Non si tratta quindi di casi isolati o sporadici. Si tratta di aver organizzato e pianificato a tavolino e in gran dettaglio l'intimidazione violenta degli altri conducenti di camion.
    Questo è il vero scandalo, non tanto le dietrologie su Berlusconi o sui diritti più o meno condivisibili che questi individui vorrebbero veder riconosciuti.
    Sarebbe come se durante lo sciopero dei metalmeccanici questi ultimi si organizzassero per non far entrare nelle fabbriche gli operai del settore agroalimentare/farmaceutico/tessile/servizi etc..

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  9. Anonimo08:47

    per quanto siano buono le rivendicazioni non si può prendere in ostaggio un Paese

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  10. Già dalla scelta della citazione cinematografica si capiva come la pensavi.
    Io avrei scelto convoy di Sam Peckinpah.

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  11. Anonimo11:08

    ho detto le stesse cose nel mio blog, anche se meno dettagliate.

    sono per le proteste, non per l uso a mo' di ricatto politico o di golpe.

    http://blog.libero.it/rigitans

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  12. Vecchi sindacalisti e vecchi militanti di sinistra, tanti anni fa, quando ero più giovane, mi spiegavano che lo sciopero, estrema ratio, procurava sacrificio ai lavoratori in lotta e danno ( neanche troppo) al padrone.
    Lo sciopero dei camionisti ha procurato disagio a terzi incolpevoli ed inconsapevoli, danni a settori economici vittime del blocco della logistica, ma non parte in causa come oggetti delle rivendicazioni.
    Dunque non si è trattato di uno sciopero, ma di una manifestazione politica, con i caratteri della serrata.
    Problemi nell'autotrasporto ce ne sono, tanti e reali, ma queste modalità di lotta e forse anche parte della piattaforma rivendicativa non sono adeguate.

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  13. Anonimo11:44

    vorrei ricordare che c'è chi fa di peggio. ho testimonianza diretta che i famosi disobbedienti, o black, vengono pagati per andare a creare disordini, e non mi pare che siano di destra.

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  14. bisognerebbe rispondere a tutti. comunque la sinistra non gestisce le proteste dei caminiosti, evidentemente perchè questi non sono dei parassiti, non hanno bisogno di assistenza e quindi non possono essere sottomessi, nonostante gli sia stata addebitata estrema ignoranza, forse lo sono meno degli altri assistiti che non capiscono quanto gli costa l'assistenzialismo.

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  15. Anonimo12:01

    x enzo

    assistiti, assistenzialismo, ma scusa tu non hai parenti anziani che godono di assistenza sanitaria pressocchè gratuita, rispetto agli stardard di altri paesi? Io si e penso che se dovessimo pagare per i bisogni continui che hanno, altro che due stipendi per famiglia. La sinistra non assiste i parassiti, come dici tu, ma gente che lavora e che si fa 'nu mazzo tanto, come dicono dalle parti di mia nonna.

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  16. Anonimo12:20

    I camionisti non saranno parassiti, ma sono causa di una bella e corposa fetta di morti sulle autostrade.
    preferisco i parassiti.

    per il resto quoto in pieno tutto quanto espresso da Lame

    Malash

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  17. Anonimo12:21

    E allora se non sono parassiti e non vogliono l'assistenza dello Stato, accettino le regole della concorrenza anche con i paesi dell'est. E' la dura legge del mercato. Ma ho il sospetto che il mercato venga evocato solo quando fa comodo... va bene per i lavoratori dipendenti che devono concorrere con lavoratori immigrati, ricattati e sottopagati ma se si toccano altri interessi il discorso cambia.

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  18. Pare che l'adesione allo sciopero sia stata del 50%.
    Il risultato invece è stato del 100% e è stato ottenuto con metodi per niente condivisibili

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  19. Anonimo15:29

    L'analisi parrebbe giusta, se non fosse che tu parli di una sinistra da fantascienza. La sinistra italiana non è così, non difende i deboli o gli operai. Ricorda i regali fatti dal passato governo D'Alema alle banche per le liberalizzazioni (sulla pelle di clienti e dipendenti). Ed infatti i signori D'Alema e Fassino il vizietto per le banche mica lo hanno perso, salvo far trasferire i giudici che indagano sui loro maneggiamenti (neppure il mafioso di Arcore era mai arrivato a tanto). Nemmeno mi risulta che i capi della sinistra, in paesi dove la sinistra è tale, abbiano yacht, viaggino a sbafo sugli aerei di stato ecc. ecc. Questa sinistra campa solo grazie alle lottizazioni ed ai voti di senatori a vita, dunque non legittimati dal voto. Le promesse in campagna elettorale dove sono? Siamo in Afganistan, siamo in Iraq, niente asili nido, niente aiuti alle famiglie, riforma del welfare appoggiato dalla Confindustria... Una ultima cosa: pochi hanno fatto notare che il casino dei camionisti è nato quando gli stessi sono passati a riscuotere le promesse fatte da Pinocchio Prodi qualche mese fa. Perchè loro, i camionisti, al contrario degli elettori di sinistra, evidentemente non si accontentano di un mucchio di belle parole, ma pretendono che alle promesse seguano i fatti. Illusi. Con Prodi e questa sinistra... ma dai!!!!!!!

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  20. Anonimo13:58

    Il motivo perché i padroncini, i piccoli imprendotori e compagnia bella votano a dx, non sta nel fatto che amano il liberismo (che, tra le altre F.I. manco propugna, se non a parole), ma perché sono illusi dalla speranza che un governo di destra ascolterà di più le loro lagne.
    In realtà, ormai tutti si schierano solo in funzione della speranza che le proprie lagne vengano ascoltate. I padroncini sono esasperati (non del tutto a torto) dalla burocrazia che gli strangola? Votano destra sprando (illusi) che FI gli abbassi i costi indotti dalla burocrazia. Gli operai non sono contenti delle paghe erogate, obbiettivamente modeste? Votano sinistra, sperando (illusi) che il governo gli alzerà per miracolo la busta paga.
    E poi, show!! Questo è quel che fa colpo.

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