domenica 25 novembre 2007

10,100,1000 John Bobbitt

Gravissimo errore, compagne femministe dure e pure, cacciare le figliole prodighe e i maschi equi e solidali dal corteo di ieri contro la violenza. Ciò ha permesso ai media di dipingere il medesimo come il solito raduno di forsennati(e) noglobal-comunisti-polpottisti-facceferoci e di accomunarvi ai bruciatori di bandiere alleate e ai soliti 10-100-milleisti, così amati dai portatori sani di notizie perché permettono di fare di tutta un’erba un fascio e ribadire che protestare, nel nostro meraviglioso mondo imperiale, è sempre male. Diciamo che siete cadute nella rete come fringuelle..

Rispondere alla violenza con la violenza poi, orsù non è carino. Prendersela proprio con la7, l’unica televisione che tenta di essere indipendente, nonostante il macigno Telecom che la sovrasta, che ci ha ridato Luttazzi, che ci fa ridere con Crozza e la satira de sinistra è un po’ come sparare su un uomo che caga, troppo facile.
Cacciare delle figliole che tutto sommato si sbattono parecchio in politica per noi donne, con il filo di perle e le belle mutandine rosa, non è bello. La Carfagna e la Prestigiacoma delle fasciste? Minchia, se venivano la Santadeché e la ducessa Mussolini che facevate, le eviravate lì sul posto?
La Pollastrina e la Melandrina, così de sinistra, ma che vi hanno fatto? I maschi cazzuti dei giornali fascistoni penseranno e scriveranno che siete solo invidiose perché voi siete delle vecchie befane e loro così carine con i tailleur borghesucci e il vuoto pneumatico che tiene assieme i neuroni addetti al pensiero politico. Sento già i ditini di Feltri e Belpietro battere forsennati sulla tastiera.

Chiunque si fosse affacciato al corteo, di destra o di sinistra, uomo o donna o non so, perfino Rocco Siffredi, andava abbracciato e osannato.
Avete cacciato pure dei poveri senegalesi con i tamburi, che erano venuti a porvi la loro solidarietà. Proprio coloro che magari stanno cercando di andare mentalmente oltre antichi pregiudizi e rituali come la mutilazione genitale femminile. Qui non solo si spara sull’uomo che caga ma lo si prende pure a bastonate.

La motivazione della cacciata degli uomini dal corteo è stata : “Non vogliamo maschi”, “siamo per il separatismo”.
E no, qui non ci siamo. Il fica only non serve per combattere la violenza, serve per far credere agli uomini che la donna è una minoranza. Il pover’uomo sul cesso ora lo si vorrebbe addirittura castrare.

Ecco, la trappola è scattata perché invece di fare un fronte comune con tutti gli esseri di buona volontà al di là di quella sciocchezza che è il sesso di appartenenza, contro la violenza, tutta la violenza che è soprattutto questa cultura dominante che ne è impregnata, avete tirato fuori le vecchie paranoie contro i cazzomuniti, odiati perché in fondo avete dei problemi con l’arnese, se mi concedete la volgarità di uno spunto freudiano.
I media, senza farselo dire due volte, hanno scremato e parlato solo di quello, come succede con i 10-100-1000 Nassiriya.

La violenza, bimbe belle, colpisce tutti, basta guardare le guerre. La guerra stupra le donne ma sconcia gli uomini, li fa a pezzi, gli strappa braccia e gambe, li riduce dei mezzi uomini. Poi magari gli tocca anche farsi baciare da un presidente del cazzo che gli ha combinato la guerra che li ha ridotti così.

Urliamo tanto perché siamo meglio degli uomini in quanto meno violente? Non diciamo cazzate. Solo qualche esempio di come le donne possono essere cattive, tanto per essere banali.
I figli li scanniamo senza pietà e poi facciamo il piantino per farci compatire in tv, con la messa in piega di fresco.
Non stupriamo ma forse solo perché ci manca l’arnese. Possiamo essere sadiche assassine e torturatrici. Vediamo abusare i nostri figli dai mariti e compagni ma stiamo zitte come le peggiori delle complici perché anche la fica nun vo’ penzieri.
Riusciamo ad essere vere amiche delle altre donne solo se non vi sono uomini di mezzo e interessi vari e proprio forse per miracolo. Troppo cinica?
Sul lavoro ho visto donne tentare di distruggerne altre solo perché più brave di loro e per pura invidia con una delicatezza da bombardiere B52. Esagerata?
Critichiamo i difetti degli uomini e siamo noi che li facciamo così. Perché, diciamolo, non c’è donna peggiore della madre del figlio maschio. Seconda solo alla madre della figlia femmina. Un po' forte, lo ammetto.
Anche qui ho visto femministe rimangiarsi anni di lotte e inni alla sorellanza di fronte ad un piccolo pascià che si porta a casa una sfilzetta che non ci va a genio.
Ne volete ancora? Non ve lo dicono le cronache ma la violenza domestica colpisce anche gli uomini, quelli che la violenza la subiscono dalle donne, sia attraverso le botte (perché le donne menano, menano brutto fidatevi), sia con i ricatti e gli assegni di mantenimento, la sottrazione dei figli, o le menzogne di abusi sui figli inventati per ricattare il coniuge.

Non mi piace il vittimismo e tanto meno quello da minoranza, che diventa ridicolo quando è sbandierato dalla maggioranza numerica della popolazione. La lotta alla violenza comincia con l’autocritica e con la collaborazione con tutti gli individui di buona volontà, al di là del sesso di appartenenza e senza atteggiamenti fobici, per cambiare davvero una società che la violenza ce l'ha come principio. Forse la violenza si combatte perfino con quella cosa che si chiama non-violenza.

***
Per chi non ricorda chi era John Bobbitt.

18 commenti:

  1. ciao, bel blog, che ne diresti di uno scambio link? ciao

    http://gianluca-revolution.blogspot.com

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  2. Anonimo14:38

    veramente un bel post.

    una pacca sulla spalla per non essere caduta nel vittimismo femminile, ma soprattutto per aver parlato della violenza domestica, perpetrata dalle donne e colpisce gli uomini (e a volte i figli). e che è più diffusa di quanto si pensi.

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  3. Anonimo14:45

    Chapeau.

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  4. Il problema qui non è "CHI" esegua la violenza, ma è la violenza stessa!!
    Io ci sto con l'allarme "femminicidio" come viene chiamato dalla stampa, ma vorrei che dalle stesse femministe, la violenza sulle donne venisse inserita all'interno di un quadro un pochino più grande, ossia la Violenza sull'essere umano.
    La donna non come "OGGETTO" della violenza e l'uomo come "SOGGETTO" di essa, ma semplicemente la donna come "SOGGETTO" umano. Altrimenti si fa lo stesso gioco dei maschilisti, ossia l'intendere il sesso femminile come un "qualcosa".
    Per dirla in parole semplici: le femministe non devono pretendere il rispetto in quanto donne(parola che si carica di volta in volta di significati differenti, a seconda di chi la rponuncia) ma in quanto appartenenti al genere umano, nè più e nè meno degli uomini.
    Inviterei tutti(e non solo) a riflettere su questo.

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  5. Brava.

    Io mi sono tormentata chiedendomi se fosse solo una minoranza quella di cui tu parli, se fosse in qualche modo giustificabile, insomma ho cercato e trovato qualche scusante.

    Ma di fronte al tuo ragionamento, alle reazioni della stampa e non solo che ho letto oggi, sono convinta che quello che leggo nel tuo post sia anche la risposta alle mie domande.

    Hai ragione.

    Cristina

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  6. scusa, cristina è anonimo, io sono agentealcairo di http://blog.libero.it/omniamundamundis/

    :-)

    Ciao.

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  7. Anonimo07:21

    beh, sai...anche questa è una trappola...ben scritta ed argomentata, per carità, ma...sminuisce l'evento, puntando il dito contro chi, a ragione o a torto (questo dipende dal proprio punto di vista!)non voleva che gli uomini sfilassero insieme a noi...ed anche le famose contestazioni...polverone mediatico sollevato ad arte per oscurare il fatto che in piazza eravamo in tante...una moltitudine...qualcuna era arrabbiata, è vero, ma ti assicuro che ha prevalso il senso di appartenenza, la gioia di esserci, la voglia di un urlo liberatorio...

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  8. Anonimo10:36

    Mah, è evidente che tu non c'eri, infatti riporti le cose che hai letto sui giornali.
    I tamburellisti sono entrati festosamente in piazza navona, ad esempio, mentre intorno si ballava.

    Il femminismo ha sempre avuto diverse anime, e chiunque sia femminista o almeno abbia studiato il fenomeno lo sa. Ci sono sempre state, almeno dall'inizio del 1900 in poi, donne che volevano unirsi in quanto donne e altre donne che si univano in primo luogo per colore politico. Quelle che la menavano sulla maternità e quelle che volevano andare in guerra. Quelle che volevano le pari opportunità e quelle che volevano il separatismo: quello che è successo sabato è perfettamente normale, le differenze fanno parte della storia come del presente.

    Si può non essere d'accordo, ma ci vorrebbe rispetto. Specialmente da parte degli uomini che si dichiarano femministi ma sono sempre pronti a indicare strade da percorrere.
    claudia

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  9. Ogni volta che viene nominato John Bobbitt penso: oh, cacchio!

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  10. Questa volta non sono molto d’accordo. Intanto, da quello che ho capito, la scelta separatista non riguardava tutta la manifestazione, tant’è vero che c’erano anche spezzoni misti. Io sono ovviamente per la mescolanza dei generi, se non altro perché so che questo mi arricchisce in quanto maschio e mi costringe a riflettere e a mettermi in discussione. Rispetto però anche la scelta di quelle donne che autonomamente hanno deciso questa pratica. In quanto gay, io so di aver avuto bisogno di affermare la mia identità anche “contro” quella degli altri, non solamente “insieme” agli altri.
    Inoltre, il rischio di usare manifestazioni come questa solo per lavarsi la coscienza è ben reale: un maschio che va lì dicendosi “io sono contro la violenza sulle donne”, così, astrattamente, senza averci ragionato davvero, che senso avrebbe? La stessa cosa potremmo dire delle esponenti politiche che erano lì solo per mettersi in vetrina. Giustamente Aurelio Mancuso, segretario di Arcigay, ha ricordato che al Pride non è stato permesso a nessun politico di parlare: ci mancherebbe altro! Perché avrebbe significato farsi strumentalizzare da chi in piazza ciancia di diritti (come la Pollastrini, per esempio) e poi avalla l’indecenza dei DiCo binettiani. Io una così la contesterei, per esempio, e non la vorrei sul palco del Pride. Perciò non sono d’accordo quando scrivi che “chiunque si fosse affacciato al corteo andava abbracciato e osannato”. Chiunque? Proprio sicura? È un problema di coerenza.
    Poi mi sembra che negare che esista una violenza sulle donne, facendola rientrare nella violenza di tutto il genere umano su se stesso, sia un po’ una scorciatoia. È un po’ come dire che non esiste il maschilismo perché anche le donne sanno essere violente. Sì, ma il maschilismo esiste lo stesso. E le persone che lottano contro il maschilismo hanno tutte un problema col cazzo? Fanno tutte dello sterile vittimismo? Un po’ riduttivo, non trovi? A me pare che il maschilismo esista e che sia il padre della violenza sulle donne e anche dell’omofobia: le sperimentiamo tutti i giorni e non è un’invenzione di qualche “scalmanata”, come ha scritto anche La7 nel suo comunicato, o di una volontà castratrice. Fare leva sull’identità di genere o sull’orientamento sessuale è invece ancora oggi necessario, secondo me.
    Che poi il sistema dell’informazione in Italia faccia schifo, questo già si sapeva. Ma fa schifo comunque, indipendentemente dalle scelte delle manifestanti o dalle loro contestazioni. I media nostrani avrebbero subdolamente approfittato di qualsiasi cosa, anche di una manifestazione che fosse stata tutta improntata a un ipocrita “volemose bene”...

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  11. io ero a roma ma non mi hanno cacciato.

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  12. Anonimo12:14

    LE MAMME DI FINI

    sai come si dice che Fini abbia iniziato a fare politica?

    un giorno voleva andare a vedere un film di guerra ("Berretti verdi") , di fronte al cinema trovò un picchetto di ragazzi di Sinistra che contestava chi andava a vedere il film (tutti fascisti?) e cercava di impedire l'ingresso.

    Non si sa se Fini abbia visto quel film , quel che si sa è che si andò ad iscrivere all'MSI

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  13. @ gianluca
    ho già aggiunto il link. Bello il tuo blog, ciao! ;-)

    @ big s
    sono perfettamente d'accordo con te.

    @ samie e claudia
    non c'ero alla manifestazione e ne ho sentito parlare dalla tv e letto sui giornali, che ne hanno dato la versione che sapete. Il fatto che non fossi lì però non significa che io non conosca il problema e non possa esprimere una perplessità sui metodi.
    Ho 47 anni e di dimostrazioni ne ho viste e sentite. Il femminismo l'ho vissuto e in parte anche subìto. La violenza la conosco, sia quella fisica che quella psicologica. Ho sofferto come un cane da giovane per quello che avevo subìto soprattutto da bambina. Poi ho capito che non si può vivere nella paura e nell'odio e che bisogna crescere, anche se una certa rabbia mi è rimasta e la sfogo nei miei scritti al vetriolo.
    L'identità di genere la sento poco, perchè considero l'essere nata donna una pura casualità. La mia identità sessuale è il prodotto di un'altra serie di casualità.
    Non nego l'esistenza del maschilismo, per carità, e qui rispondo anche a Gabriele, ma il maschilismo, non c'è partita, lo creiamo noi come madri dei maschi.
    Noi potremmo creare dei maschi diversi fin da piccoli ma non lo facciamo, perchè siamo divise tra noi (sorelle, l'aggressività che c'è tra di noi i maschi se la sognano), e troppo spesso ci piacciono gli uomini stronzi, compresi quelli che ci picchiano. Molte madri hanno paura che crescendo un figlio maschio nella mitezza gli cresca come una femminuccia.
    Voglio dire che la cultura non dobbiamo aspettare che la cambino uomini che sono stati cresciuti con determinati valori e che vi sono incistati dentro.
    Sentissi mai un'amica parlare bene della fidanzata del figlio. Ma perchè sempre questa rivalità?
    Vi chiedo, in tanti anni di femminismo, cosa abbiamo fatto concretamente per cambiare i maschi nel senso di non crescere dei pascià ultraviziati ed egocentrici? Chi ci deve pensare se non noi come madri?
    Vorrei dire anche che dietro la violenza maschile a volte ci sono pesanti responsabilità delle donne stesse ma non lo dico, se no mi date fuoco. ;-)

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  14. ciao Lame.
    Ehm...non sono d'accordo.
    Ti ho dedicato un post in cui tento una confutazione...
    ciapa
    http://www.cloroalclero.com/?p=211
    ciao

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  15. @ cloro
    ti rispondo dopo. Grazie per i Pinfloi! ;-)

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  16. Anonimo17:15

    Pane al pane, vino al vino, complimenti.

    Riconoscere che l'educazione maschile e' responsabilità comune dei genitori, e che spesso è più un 70% della madre ed un 30% del padre, dovrebbe far riflettere, e parecchio, e far smettere di versare lacrime da coccodrillesse.

    Ben venga una società migliore di uomini e donne, ma ci vogliono prima i mattoni buoni per fare la casa bella.

    Saluti

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  17. Concordo in pieno con te che per cambiare mentalità al genere maschile deve cambiare la nostra mentalità di madri che ci permetta così una diversa educazione dei figli.
    Per quanto riguarda la manifestazione, secondo me andava accettata la partecipazione di tutti

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